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Safinamide per il trattamento della malattia di Parkinson idiopatica in stadio medio-avanzato con fluttuazioni motorie


La malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa cronica per frequenza dopo la malattia di Alzheimer; colpisce 1-2% delle persone di età uguale o superiore a 65 anni a livello mondiale.
La diagnosi di malattia di Parkinson è basata principalmente sulla presenza di rigidità muscolare, tremore a riposo, instabilità posturale e rallentamento.

A causa del progredire della malattia i sintomi peggiorano: i pazienti nella fase iniziale della malattia di Parkinson sono generalmente trattati con Levodopa che rimane ancora oggi il trattamento più efficace.
Tuttavia, il trattamento a lungo termine con Levodopa provoca fluttuazioni motorie debilitanti, cioè fasi in cui la funzionalità motoria è mantenuta ( tempo ON ) alternate a fasi in cui è ridotta ( tempo OFF ).
Inoltre, la Levodopa ad alte dosi può provocare discinesie.

Man mano che la malattia progredisce, il paziente riceve altre terapie farmacologiche in aggiunta a quelle standard, con lo scopo di trattare i sintomi controllando le fluttuazioni motorie e le discinesie indotte dalla Levodopa.

La maggior parte delle odierne terapie agiscono sul sistema dopaminergico, aumentando la trasmissione dopaminergica, che è implicata nella patogenesi della malattia di Parkinson, migliorando quindi i sintomi motori.
C’è un interesse crescente verso nuove terapie che abbiano come bersaglio anche il sistema non-dopaminergico e che possano quindi migliorare i sintomi della malattia di Parkinson come le discinesie che non trovano beneficio dalle terapie attuali.

La Commissione Europea ha approvato Xadago ( Safinamide ) per il trattamento della malattia di Parkinson idiopatica. Xadago è stato approvato per i pazienti in stadio medio-avanzato con fluttuazioni motorie come terapia in aggiunta alla sola Levodopa ( L-dopa ) o in combinazione con altre terapie farmacologiche per la malattia di Parkinson.

L’uso prolungato di Levodopa nel tempo comporta l’insorgenza di complicanze motorie che non sono controllate dalla attuale terapia. Un approccio alternativo potrebbe essere quello di usare terapie che hanno anche un’azione non-dopaminergica, per migliorare il controllo delle complicanze motorie, oltre che l’efficacia sui sintomi motori, senza aumentare la dose di Levodopa, che porterebbe solo a un peggioramento delle fluttuazioni.

La Safinamide) è il primo trattamento in add-on alla terapia standard per la malattia di Parkinson, che ha dimostrato una rapida efficacia d’azione associata a un miglioramento del tempo ON/OFF, senza aumentare il rischio di sviluppare discinesie per almeno 2 anni, come dimostrato in uno studio clinico in doppio cieco, controllato verso placebo, in pazienti in trattamento stabile per il Parkinson.

Safinamide presenta un esclusivo duplice meccanismo d’azione: inibizione delle MAO-B altamente selettiva e reversibile e modulazione del rilascio eccessivo del glutammato tramite il blocco stato-dipendente dei canali del sodio e la modulazione dei canali del calcio.
Poiché l’eccessivo rilascio di glutammato è implicato nella eziologia delle discinesie, la Safinamide potrebbe prevenire o controllare le discinesie indotte dall’uso di Levodopa nei pazienti con malattia di Parkinson.

Gli studi clinici registrativi hanno dimostrato inequivocabilmente la sua efficacia nel controllare i sintomi motori e le complicanze motorie della malattia di Parkinson nel breve periodo ( 6 mesi ), mantenendo i benefici anche nel lungo termine ( fino a 2 anni ).

I risultati di uno studio a lungo termine ( 24 mesi ), in doppio cieco, controllato verso placebo, hanno evidenziato che la Safinamide è efficace sulle fluttuazioni motorie senza aumentare il rischio di sviluppare discinesie invalidanti.
Questo dato positivo può essere correlato al suo unico duplice meccanismo d’azione che agisce sulla trasmissione dopaminergica e glutammatergica.

Safinamide è un farmaco ben tollerato, con un profilo di sicurezza favorevole ed è facile da usare: monosomministrazione, non necessita di modificare la dose di Levodopa, non ha interazioni farmacologiche importanti, non richiede diete particolari grazie alla sua selettività MAO-B versus MAO-A. ( Xagena2015 )

Fonte: Zambon, 2015

Neuro2015 Farma2015


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